Il confine tra arte e natura: i Marmi di Cautano (di Antonia Rapuano)

Una tra le risorse naturali che il territorio Sannita di Cautano, possa offrire quanto di più immenso l’occhio umano riesca a scoprire è senza dubbio il marmo. Questo, altro non è che intrisa bellezza tra tradizione ed innovazione, un inestricabile cavalcavia tra ieri e domani. Un materiale tanto pregevole, grazie al quale è possibile immortalare la realtà, e la bellezza che ne deriva si inclina alla volta dell’incanto paesaggistico, suscitando un inteso stupore con il quale l’eco di madre natura protende alla raffinatezza di tale artificio. Chiamato dagli antichi Greci, pietra splendente, la sua lucentezza irradiava qualunque opera d’arte, creando una sfera di luce tanto intensa che ancora oggi, acceca l’orizzonte. Le venature che da esso di diramano, sprigionano una fluttuazione simile alla vitalità cosmica dell’esistenza, travalicando i cancelli della razionalità e dei limiti. L’unicità di un materiale tanto prezioso come il marmo di Cautano, non solo rende unico questo paese paesaggisticamente straordinario, ma soprattutto lo eleva a simbolo di unione universale. Ed in particolare, tra i numerosi marmi che rallegrarono l’animo dell’illustre architetto Vanvitelli, fu quello che egli stesso scoprì nel Comune di Vitulano, ad un’altezza di circa seicento metri sopra il livello del mare, per la realizzazione della Maestosa Reggia di Caserta. L’imponente edificio, voluto fortemente da Carlo III, non ebbe e probabilmente non ha eguali per la bellezza dei marmi. Di quest’ultimi, uno scrittore, il quale focalizzando la propria attenzione sui marmi della grande scala e della cappella, disse che in essi era possibile percepire vita, leggerezza e squisita armonia, grazie al modo in cui i singolari colori, spazianti dalle tinte rosee al violetto e le celestiali venature, sono saldamenti fusi in un unico legame. Gli stessi marmi, di cui si è appena discorso, furono poi utilizzati anche per la realizzazione della Reggia di Napoli, la Reggia di Portici, il Santuario di Pompei ed il Palazzo del Cremlino a Mosca nel 1922. Oggi, la Picc. Soc. Coop “LA MARMOREA CAUTANESE” a.r.l competente nel settore dell’estrazione e della lavorazione di pregiati marmi estratti nella Cava storica “San Vito”, è riuscita a creare da questo meraviglioso tesoro naturale, una nuova opera d’arte disegnata dal pennello degli Dei, estraendo l’essenza impercettibilmente sublime della terra per dare vita al mosaico. L’obiettivo della “Marmorea Cautanese”, propone di valorizzare quanto di più incantevole la natura ha donato e preservare ciò che gli antichi hanno tramandato per custodire nel cuore dell’anima le radici più profonde della storia passata. Nel corso degli anni, i fratelli Rapuano, con la medesima passione che alimentava il loro papà per tale attività, hanno portato questi marmi in giro per il mondo, suscitando l’attenzione di numerosi artisti, architetti e costruttori. Hanno infatti, preso parte a varie manifestazioni internazionali, viaggiando dagli Stati Uniti alla Germania. Inoltre, due opere tutt’ora in esposizione, sono state donate alla Casa Reale dell’Arabia Saudita e alla biblioteca di Stato della Casa Bianca. Dunque, costruire la meraviglia grazie alle ricchezze del Territorio non è che una scia verso il bene comune, conservando l’emozione nel dipinto di una roccia così da volgere una nuova era verso il confine dell’infinita aurora.

Antonia Rapuano